Testi critici
Lucia Collarile
Testo in catalogo
Roma 2001
Da oggi il viandante che si trova a transitare per via dei Gordiani, è catturato da un affascinante e silenzioso invito: una “Porta Magica “ esorta a visitare il nuovo Parco Casilino Labicano, quello dedicato alle sculture. Dall’ingresso al Parco si spiegano e s’incrociano i sentieri dove lo sguardo del viandante è rapito dalle opere che dialogano e si confrontano tra loro attraverso le diverse forme ed i diversi cromatismi materici. Le sculture guidano e conducono il viandante lungo il percorso e con lui parlano ed ascoltano il linguaggio dell’arte e della natura.
Il significato dell’invito si chiarifica nell’inciso della parola “entrare” che, intesa nella su derivazione latina di “intrare”, da “intra”-dentro, allude non esclusivamente all’ingresso nel parco, ma al calarsi in questa dimensione nuova dove le sculture frutto dell’ingegno dell’uomo contemporaneo si incontrano e si fondono con il pensiero e il manufatto antico. All’ingresso del Parco, la “Porta Magica” di Immacolata Datti, evoca enigmaticamente il suo essere “soglia” materiale e virtuale. Prima di entrare, il viandante potrà fermarsi in quel labirinto edificato da una siepe di alloro che traccia un percorso di riconciliazione ed un angolo per la meditazione: gli elementi del mondo vegetale alludono alla vita naturale e quindi alla partenza, all’inizio.
Verrà fornita la chiave di tutte le interpretazioni quando si sfideranno gli stadi della conoscenza preordinati dal simbolismo ermetico della “Porta magica” e ci si porrà di fronte all’idea di una scultura viva e dinamica pur nella sua immobilità. Le colonne che la disegnano sono framenti che la rimandano all’architettura plastica; la terracotta, materia con cui le stesse sono plasmate, è il risultato dell’”impasto di terra e acqua che trasformato dal fuoco prende forma”, come spiega la Datti e rimanda alla creazione divina dell’essere umano, all’inizio della Storia.
Entrare e cercare il contatto con l’insieme di Natura e Storia significa anche cercare di comprendere l’Arte nella molteplicità dei fenomeni, intesa come energia creativa e attività originaria che non si esaurisce nella rappresentazione di una forma.