Testi critici
Roberta Perfetti
Testo in catalogo, 1996
“Oltre la musica”
“…tutte le cose essenziali sono espresse in metafore…”
(Rosarium Philoaophorum, 1550)
L’arte fiorisce da una necessità di partecipazione “totale”: approfondimento e chiarimento della vicenda biografica dell’artista che l’ha “creata”.
Ogni opera per l‘artista implica, quindi, innanzitutto un “fare”: non si opera se non compiendo, eseguendo, producendo, realizzando l’armonia segreta dell’essere.
Questo rapporto immediato con la materia si manifesta per prima cosa attraverso una chiarezza evocativa in cui l’immagine ambisce alla poesia: una sostanza, unica, risponde ad una realtà interattiva che tende alla relazione dell’”infinito” creativo con l’Universo.
In una siffatta dimensione temporale e spaziale la lavorazione dell’argilla di Immacolata Datti sembra intrinsecamente incorporare tutte le fasi di quel processo che anticamente era definito “alchemico” e che al filosofo ermetico conferiva, attraverso la transizione nelle vie dell’illuminazione, caratterizzate allora in fasi simboliche, l’alto valore sapienziale del suo fare. L’argilla dunque come materia prima.
Al suo stato primordiale è terra (rossa), preparata con l’acqua, prende forma e, modellata con il fuoco, il suo aspetto assicura un’origine, quella di essere affine alla pietra del filosofo.
L’alchimista è sicuro di esprimersi in modo oscuro, ammette di velare intenzionalmente. Egli fa di necessità virtù, affermando o di essere costretto a nascondere per l’una o l’altra ragione la verità. Oppure di volerla proclamare nel modo più chiaro possibile.
“L’immagine riposa nella pietra (nella ceramica)” rivelando l’identità inconscia della materia che proietta e congiunge il sogno e la fantasia dell’osservatore, Per la Datti questo momento si realizza attraverso il contenuto fisico e mistico del “suono” espresso dall’”opus”. Nel procedimento solitario dell’elaborazione dell’opera, che attribuisce all’arte un vago sapore di sacro e divino, la Dtti innalza e coinvolge spiritualmente tutto l’immaginario espressivo.
Le “Pianole”, i Tamburi” d’argilla, simboli di un nuovo incarnato ermetico, invitano a varcare quell’arcana soglia ed entrare nel mondo enigmatico degli adepti che qui, ora, possono ascoltare e interpretare i suoni rituali della meditazione.